@Diario-minimo

Le cose stupide hanno successo, non perché sono stupide ma perché di successo.
Mi piacciono le parole ma non vorrei abusarne.
Che cos’è la vita? Una partita a scacchi? Un giro dell’oca? Un lancio dei dadi?
Perimetrale. Bacio
PENSAVO
Pensavo che tutti fossimo uguali sebbene differenti. E che la volontà avrebbe spinto a un accordo fra tutte le differenze.
Pensavo che vi fosse corrispondenza fra affermare e avere consapevolezza.
Pensavo che dal passato si potesse apprendere una sapienza della tradizione.
Pensavo che riconoscere il bene fosse naturale – tolte tutte le sovrastrutture culturali e inconsce.
Pensavo che la fine del mondo dipendesse dalla guerra nucleare.
Pensavo che la storia fosse un cammino di progresso sociale e benessere individuale.
Pensavo che l’ingiustizia fosse contro l’armonia del mondo.
Pensavo che dentro la storia umana si nascondesse una legge della natura e una finalità.
 
Le illusioni diventano tali quando non si avverano.
Per fortuna è più quel che penso di ciò che non dico per convenienze.
Il vuoto non è il nulla
Annegare, affogare. È la sensazione che provo. Soprattutto a tavola con parenti. Penso solo a salvarmi. Così mi dibatto, e basta.
Fuori! Fuori da questa tomba!
Realtà, evoluzione. L’uomo non cammina, calpesta.
Ma tu ne sei convinto?
Forse, non so, non sempre capisco subito quello che dico
Anche chi non è uno specialista può avere delle idee: giuste, utili, opprtune, vere, inevitabili.
Che libertà è quella di chi gode della libertà di non usare il cervello?
Hai un euro per prendere caramelle morbide?
In una casa piena di luce. Dalla mia scrivania vedo il tramonto.
Sopporto il rumore e preferisco il silenzio.
Per il solo fatto di crederci le cose esistono?
Come definire il sacro dal punto di vista di un ateo o di chi non è seguace di alcuna religione, neppure della più individuale?
Puzza nell’ascensore. È l’inquilino del quinto piano che torna dalla palestra.
È un giorno di grandi cambiamenti. Riorganizzo la distribuzione degli oggetti nelle tasche.
“Io ti dico da non credente a non credente: Dio nella sua infinita misericordia sopporta i credenti ma predilige decisamente gli atei”
Marocco in pulman: guardi il panorama, ti lasci andare agli stupori e pensi. Una deriva di pensieri che vanno da qui all’altrove.
Che c’è di nuovo? Il vuoto? No, il colore non è solo colore.
La scienza senza la storia della scienza sarebbe solo un ramo dell’economia.
Adesso voglio scrivere qualcosa di sublime: sublime!
The latter is neater
Ho pulito con cura la gomma per le matite. Ora è candida. L’ultima volta che ricordo è alle scuole elementari.
Residuo dell’infanzia: la vergogna di non essere stato all’altezza della situazione.
Sono abbastanza vecchio per non stupirmi più delle cagate che sento. Ma dentro m’incazzo.
Conta il gesto, non il pensiero.
Ho visto cose che voi umani sapete ma che non osate neppure immaginare
Lo stupore che viene dagli occhi di fronte a un panorama. È solo cultura o rimanda a un legame che scende in profondità nell’atomo?
Rispettare le regole. O no?
Il mio lato sentimentale discende da antichi contatti con gli uomini di Neanderthal.
Basta con i professionisti della parola che i selfie se li fanno scrivendo.
La forza delle parole non sta nella loro verità.
Ci sono luoghi inesistenti in cui mi capita di ritornare in sogno.
Che tristezza nel giorno del compleanno. Ma dal giorno dopo va molto meglio.
L’istinto è un ragionamento veloce veloce.
Quando si avvicina il compleanno comincio a temere il surprise party.
Misericordia e compassione sono sentimenti della solidarietà. Appartengono alla cultura umana e non sono prerogative della religione.
Pensavo fosse difficoltà a trovare e allineare parole. Ma sono i pensieri che si scontrano e incriccano.
“L’elettrone deve oscillare per riacchiapparsi la coda.” Forte!
“Ciò che non posso misurare non esiste.” Ma è folle!!
Quante cose penso ogni giorno. Poi mi dico che interessano solo a me.
L’intelligenza è un multiplo! – Di che cosa?
Ciao mamma. C’è voluta una vita per conoscerci. Sembravi timida e fragile ma alla fine hai dimostrato di essere una roccia.
“A tacere si fa quasi sempre una figura migliore.” “L’hai detto!”
Si parla d’altro per non parlare di tante cose.
Quando lei si guarda nello specchio vedo la bambina.
Koyré: non è l’insufficienza tecnica, è l’assenza dell’idea che ci fornisce la spiegazione.
” Ma guarda quella foto. Non senti che è sbagliata?” “Non vedo!
Oh cari amici, che cercate solo cò che già sapete. Quante cose trovate nelle pieghe e ombre che vi danno ragione? Nemmeno un dubbio?
Il “mi” è una via di mezzo tra l’io e il me.
Mi irrita l’amabilità dei sempliciotti. I loro stupori, le loro domande e le loro risposte mi sembrano inutili. Di certo mi sbaglio.
Mi capita di perdermi nelle mie tasche alla ricerca di un accendino.
Informazioni -> conoscenza -> esperienza
Cielo grigio opaco. Non si possono alzare gli occhi. Un cagnetto abbaia e le campane risuonano tra il verde del parco. Coincidenze.
Finestra al primo piano. Lei piange brevi singhiozzi. E lui dice: Se hai dei dubbi parlane con me… Mentre le dà schiaffetti sulla guancia.
Oggi sono uscito dicendo a me stesso: facciamo finta di essere a Parigi.
Pipistrelli vagano veloci. Le nuvole riflettono le luci della città. Bagliori sull’orizzonte del cielo buio. Qui c’è un po’ di silenzio.
Il sogno della scrittura è male rappresentato dalla scrittura del sogno.
Con quel sorriso è meglio che non apra la bocca.
Il peso   della fotocamera è meno importante del linguaggio che si usa.
La rete di relazioni (Rr) coincide con il flusso di informazioni (Fi)?
Guardare una foto in b/n fingendo che sia a colori (società). Guardare una foto a colori pensando che sia in b/n (politica). E viceversa.
C’è voluto tempo per capire gli amici che non pensano come me.
Le coincidenze non hanno valore scientifico, ma a volte risolvono la giornata.
Ti seguo da tempo con attenzione. E ogni volta che si arriva là, al rapporto con la politica, mi sembra che ti manchi l’aria.
Quando sei giovane è importante sentirti dire: che bravo! Magari anche bello e simpatico. Invecchiando non te ne importa proprio nulla.
Ma tutto questo disordine e spreco di energie e risorse dà fastidio solo a me?
A cosa serve l’idea di un dio che è Amore se non al Potere per mantenere il controllo delle pance.
A cosa serve l’idea di un Dio che intimorisce e punisce se non al Potere per mantenere il controllo delle menti.
A volte si parte bene e poi capita di andare male. Le verdure erano ottime.
Deferenza o condiscendenza verso l’autorità e gerarchia cominciano dall’educazione nell’infanzia.
Siamo ancora prigionieri di causa-effetto. Perchè non pensare semplicemente che l’Universo esiste! Il Tempo è relativo.
Banale. Banalità. Banalmente. Quando sento dire una banalità mi viene un’angoscia crescente. E reagisco male. Malità. Malamente.
Bellissima giornata, oggi. Mi sento obsoleto. Finalmente non devo competere con me stesso.
È avvolta dal silenzio. La foto non ha suoni o rumori. Nell’attimo di uno scatto non c’è tempo per la colonna sonora.
Regola n 63. Non sedere mai a metà del tavolo quando gli ospiti sono molti e discutono animatamente. Viene il torcicollo.
Da bambino pensi solo a te stesso. Da vecchio pensi solo a te stesso. In mezzo pensi a cosa pensano di te gli altri.
L’insostenibile leggerezza della cenere di sigaretta? Sono riuscito a prenderla prima che toccasse terra.
Non mi piace il sapore di questo dentifricio. Adesso che il tubetto è quasi vuoto, sembra non finire mai.
Quelli che hanno un’opinione su tutto. Farsi vedere convinti e decisi. È banale!
Parlare con te al telefono dà soddisfazione come succhiare un chiodo. Lo dico con simpatia. Non ti offendere.
Ci sono giorni in cui non ho niente da dire. O forse non voglio.
Aveva occhi piccoli e tondi sotto una fronte priva di sopraccigli. Irritante!
Ad ogni uomo o donna che ha avuto anche un solo affetto nella sua vita va il senso di umanità.
Rifiutare il senso del dovere perché ti potrebbe uccidere lentamente.
Ogni parola pronunciata è come un gesto. La parola scritta è l’intenzione di un gesto.
La consapevolezza che ha di sé non va oltre la punta dei suoi piedi.
Si ferma, china il capo e si guarda con soddisfazione: la minigonna nera, le gambe lunghe, le calze nere e le sue stupende scarpe viola.
Tra accuse e critiche che gli ho fatto, la meno feroce è quella che lo ha offeso di più.
Ma lascialo perdere.
La bocca è una linea sottile. Un po’ m’inquietano le facce che non hanno labbra.
La frase più bella e importante è quella che ho dimenticato. Tento di ricostruirla con tracce di memoria, analogie e slittamenti.
Non c’è effetto senza causa, ma la causa implica sempre un effetto? Non c’è causa senza effetto, ma l’effetto ha sempre una causa?
Conte di Montecristo strumento della provvidenza? Bah! Esempio di autore (Dumas) che non ha capito il personaggio.
Non poter più fare progetti. Un macigno che toglie il respiro.
Quand’ero giovane avevo tanti desideri. Neppure uno realizzato. E mi chiedo se non sia il momento di rinunciare.
Chiacchieri, chiacchieri, non sai fare altro . Il pappagallo Laverdure al guinzaglio di una donna che attraversa i giardini.
Coincidenze. Non amo questo genere di coincidenze.
I nomi sulle scatole delle scarpe. Mettere le cose in ordine placa le mie ansie e le angosce. Ma non basta.
Conoscenza del territorio. Utile per affrontare emergenze e imprevisti. Geografia egocentrica. Disposizione degli spazi nello spazio.
Non amo questo genere di coincidenze.
L’ho fatto ancora. Dico una parola o una frase in cui non credo … Ma che non dovrei pronunciare.
Debole fenomenologia del tempo. Il meteo.
Dio è un’ipotesi. Non è una teoria. Un’ipotesi tutta da dimostrare.
La televisione: il mezzo che giustifica il fine.
Non c’è la regola delle regole. Una regola è pur sempre una regola, anche se non è per sempre.
C’è chi le cose le ha perché le ha ereditate. E c’è chi non le ha perché non le ha ereditate.
Ci sono strade che uniscono e strade che separano. Ci sono strade che dividono e strade che collegano.
Quarant’anni. Gli stessi palazzi, gli stessi alberi ma la vita è cambiata, si è chiusa nelle case, diradata, nascosta nel traffico.
Esiste il male? Non lo so… però esistono i malvagi.
… la vita la vita … Che palle!
La vita è   una galera. Non dico altro.
Ci vuole tutta la vita per cancellare alcuni dolori. Resta una traccia, una malinconia che mi fa compagnia.
Che bello. Finalmente una doccia calda dopo tre giorni. Fuori ancora piove.
Regola n. 179: Non guardare se non riesci a vedere. Ascolta.
Ci sono parole che si nascondono e bisogna andarle a stanare in un libro o in un vocabolario.
Non si può essere sempre se stessi. Credevo che la coerenza formasse la personalità. E invece ci sono tanti sé da vivere.
Regola n. 38: se c’è la Luna piena, tu mi sembri pallida. Attento alla tua ombra.
Cancello metodicamente ogni traccia dietro di me. Mi cancello
Regola n. 21: Mai correre per prendere bus o tram.
Senza il linguaggio come farei a parlare con me stesso!
Il problema è sempre quello: Come distrarsi dalla vita? Meglio un piatto di spaghetti che un solitario.
Non credo alle coincidenze. Ma in questo caso è solo una coincidenza.
C’è qualcosa da sapere oltre i luoghi comuni? Molto! Ad essere sinceri, in questo momento, non mi viene in mente altro.
Logica o esperienza, chi vince? Alla chiusura del giorno la somma è sempre zero.
L’emozione troppo forte, o il dolore intenso dei sentimenti, blocca e azzera l’immaginazione.
Quando spegnevo la lampada ascoltavo la musica da una radiolina con l’auricolare finché mi addormentavo nel sogno di un’avventura.
La stanza con la luce fioca, dove leggevo un libro fino a notte fonda. I vestiti sulla sedia. E la porta del balcone da cui vedere lontano.
Ciao Camillo. Ciao papà. Il tuo viaggio si è concluso. Tristezza. Hai ancora il tuo viso da giovanotto.
È così semplice: bastano un sorriso e un bacio. Tutti siamo un po’ attori. Su, coraggio!
I tuoi capelli sono castani e bellissimi. I miei sono bianchi e grigi. Non penso mai che li tingi regolarmente.
Novant’anni. Ha scavalcato il millennio senza credere nel futuro. Con un’unica consapevolezza: sono qui. E il mondo è così incerto.
Novant’anni. E ogni volta mi chiedo come abbia fatto. Attraversare un secolo di cambiamenti così intensi senza chiedersi perché.
Siamo vicini. Profumo spargi ricordi. Bacio il tuo collo.
Vorrei chiederle: che fretta hai? Temi di perdere qualcosa o qualcuno? Ti svegli prima dell’alba e pensi ancora di non fare abbastanza.
Vago da un nome all’altro, da un secolo ad un altro. Tranquillo weekend di filosofia, storia e scienze varie. Che lusso!
La luce ipnotica del supermercato. Poi, immagini. Scaffali e scaffali di immagini.   Tra cui scegliere i miei bisogni e desideri.
Nove fiori rossi spiccano sullo sfondo della città. Parlare d’altro. Sembrerebbe così.
Visione del mondo da una portafinestra. Non doveva finire così. Adesso esco.
Vero o falso? Nooooh!
Chiacchiere da parrucchiere. Un po’ mi diverte (vado raramente) ma poi mi annoio.
Ah, come mi piace quando mi stringe la mano, mentre camminiamo fianco a fianco.
Lontana da me l’idea che valga come una nuvola. Dopo la pioggia resta il bagnato. Ma qui no!
Termometri: guardo alle temperature del corpo e dell’ambiente. Mite è quella che preferisco.
Esco dopo 12 giorni. Pioggia al mattino poi sole. Temperatura ottima
Febbre 37.5 ora tachipirina
Ho ancora sonno.
Inciampato nel letto e sono caduto. Arnica.
Ascoltavo senza sentire. Parlavo solo per polemizzare. Annoiato dal pressapoco. Nella profondità della superficie. Ironia vs sordità.
Cena in otto. Cinema, psicologia, scienza, storia, teologia … Chiacchiere.
S. al telefono con Au. Riflessioni o pettegolezzi?
Corpo a corpo con i pidocchi dell’ibisco. È l’unico modo per salvare i fiori. Usato acqua, sapone e una goccia di amuchina.