Faial isola

 

– Gran parte dell’isola è coltivata a pascolo. Di fronte si vede l’isola di Pico con una cima (m. 2351) più alta e impervia di quella di Faial.
– La barca diventa la casa. Nell’attesa di attraversare l’oceano.
– L’ex faro di Capelo è stato distrutto dall’eruzione del 1957/58. Il vento solleva una polvere finissima e nera che ricopre tutto. Vicino sono ancora visibili le case sommerse fino al tetto dalle ceneri.
– Capelinho è un vulcano sorto dall’acqua con un’eruzione sottomarina nel 1957/58. La lava ha riempito il breve tratto che lo separava dalla costa, facendo crescere l’isola di 2 kmq.
– L’allevamento dei bovini per la produzione del latte e della carne è la principale fonte economica dell’isola.
– Il paesaggio della costa nord è dolce e malinconico. Grandi nuvole, l’orizzonte aperto sull’oceano, il verde intenso dei prati bagnati.
– Il clima mite e umido è l’ideale per piante e fiori.
– Il paesaggio della costa nord è dolce e malinconico. Grandi nuvole, l’orizzonte aperto sull’oceano, il verde intenso dei prati bagnati.
– Gran parte dell’isola è coltivata a pascolo. Di fronte si vede l’isola di Pico con una cima (m. 2351) più alta e impervia di quella di Faial.
– Horta ha 6000 abitanti. E’ la città dell’isola (ab. 15000). Vi sono diversi piccoli villaggi lungo la costa, dove l’attività prevalente è quella dell’allevamento. Piccola città, pulita e ordinata. Vecchie case e palazzi ristrutturati. Ma i tetti sono tutti nuovi e danno un’idea di “finto”.
– Porto Pim. E’ qui che Tabucchi ambienta la storia del giovane baleniere che diventa cantante per amore della Donna di Porto Pim.
– Veduta di Horta. In primo piano Porto Pim. La caccia della balena era una delle attività principali in queste isole; praticata fino al 1980.
– La strada che scende al porto di Horta passa di fronte al cafè sport. D’inverno il villaggio è tranquillo, non ci sono turisti, ma le barche in transito sono rare e il porto sembra addormentato.
– Sui moli della marina di Horta vi è un tappeto di disegni, di graffiti e dipinti realizzati da tutti coloro che hanno fatto tappa qui durante la traversata dell’Atlantico. Come segno di buon auspicio.