Le cose stupide hanno successo, non perché sono stupide ma perché di successo. |
Mi piacciono le parole ma non vorrei abusarne. |
Che cos’è la vita? Una partita a scacchi? Un giro dell’oca? Un lancio dei dadi? |
Perimetrale. Bacio |
PENSAVO |
Pensavo che tutti fossimo uguali sebbene differenti. E che la volontà avrebbe spinto a un accordo fra tutte le differenze. |
Pensavo che vi fosse corrispondenza fra affermare e avere consapevolezza. |
Pensavo che dal passato si potesse apprendere una sapienza della tradizione. |
Pensavo che riconoscere il bene fosse naturale – tolte tutte le sovrastrutture culturali e inconsce. |
Pensavo che la fine del mondo dipendesse dalla guerra nucleare. |
Pensavo che la storia fosse un cammino di progresso sociale e benessere individuale. |
Pensavo che l’ingiustizia fosse contro l’armonia del mondo. |
Pensavo che dentro la storia umana si nascondesse una legge della natura e una finalità. |
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Le illusioni diventano tali quando non si avverano. |
Per fortuna è più quel che penso di ciò che non dico per convenienze. |
Il vuoto non è il nulla |
Annegare, affogare. È la sensazione che provo. Soprattutto a tavola con parenti. Penso solo a salvarmi. Così mi dibatto, e basta. |
Fuori! Fuori da questa tomba! |
Realtà, evoluzione. L’uomo non cammina, calpesta. |
Ma tu ne sei convinto? |
Forse, non so, non sempre capisco subito quello che dico |
Anche chi non è uno specialista può avere delle idee: giuste, utili, opprtune, vere, inevitabili. |
Che libertà è quella di chi gode della libertà di non usare il cervello? |
Hai un euro per prendere caramelle morbide? |
In una casa piena di luce. Dalla mia scrivania vedo il tramonto. |
Sopporto il rumore e preferisco il silenzio. |
Per il solo fatto di crederci le cose esistono? |
Come definire il sacro dal punto di vista di un ateo o di chi non è seguace di alcuna religione, neppure della più individuale? |
Puzza nell’ascensore. È l’inquilino del quinto piano che torna dalla palestra. |
È un giorno di grandi cambiamenti. Riorganizzo la distribuzione degli oggetti nelle tasche. |
“Io ti dico da non credente a non credente: Dio nella sua infinita misericordia sopporta i credenti ma predilige decisamente gli atei” |
Marocco in pulman: guardi il panorama, ti lasci andare agli stupori e pensi. Una deriva di pensieri che vanno da qui all’altrove. |
Che c’è di nuovo? Il vuoto? No, il colore non è solo colore. |
La scienza senza la storia della scienza sarebbe solo un ramo dell’economia. |
Adesso voglio scrivere qualcosa di sublime: sublime! |
The latter is neater |
Ho pulito con cura la gomma per le matite. Ora è candida. L’ultima volta che ricordo è alle scuole elementari. |
Residuo dell’infanzia: la vergogna di non essere stato all’altezza della situazione. |
Sono abbastanza vecchio per non stupirmi più delle cagate che sento. Ma dentro m’incazzo. |
Conta il gesto, non il pensiero. |
Ho visto cose che voi umani sapete ma che non osate neppure immaginare |
Lo stupore che viene dagli occhi di fronte a un panorama. È solo cultura o rimanda a un legame che scende in profondità nell’atomo? |
Rispettare le regole. O no? |
Il mio lato sentimentale discende da antichi contatti con gli uomini di Neanderthal. |
Basta con i professionisti della parola che i selfie se li fanno scrivendo. |
La forza delle parole non sta nella loro verità. |
Ci sono luoghi inesistenti in cui mi capita di ritornare in sogno. |
Che tristezza nel giorno del compleanno. Ma dal giorno dopo va molto meglio. |
L’istinto è un ragionamento veloce veloce. |
Quando si avvicina il compleanno comincio a temere il surprise party. |
Misericordia e compassione sono sentimenti della solidarietà. Appartengono alla cultura umana e non sono prerogative della religione. |
Pensavo fosse difficoltà a trovare e allineare parole. Ma sono i pensieri che si scontrano e incriccano. |
“L’elettrone deve oscillare per riacchiapparsi la coda.” Forte! |
“Ciò che non posso misurare non esiste.” Ma è folle!! |
Quante cose penso ogni giorno. Poi mi dico che interessano solo a me. |
L’intelligenza è un multiplo! – Di che cosa? |
Ciao mamma. C’è voluta una vita per conoscerci. Sembravi timida e fragile ma alla fine hai dimostrato di essere una roccia. |
“A tacere si fa quasi sempre una figura migliore.” “L’hai detto!” |
Si parla d’altro per non parlare di tante cose. |
Quando lei si guarda nello specchio vedo la bambina. |
Koyré: non è l’insufficienza tecnica, è l’assenza dell’idea che ci fornisce la spiegazione. |
” Ma guarda quella foto. Non senti che è sbagliata?” “Non vedo! |
Oh cari amici, che cercate solo cò che già sapete. Quante cose trovate nelle pieghe e ombre che vi danno ragione? Nemmeno un dubbio? |
Il “mi” è una via di mezzo tra l’io e il me. |
Mi irrita l’amabilità dei sempliciotti. I loro stupori, le loro domande e le loro risposte mi sembrano inutili. Di certo mi sbaglio. |
Mi capita di perdermi nelle mie tasche alla ricerca di un accendino. |
Informazioni -> conoscenza -> esperienza |
Cielo grigio opaco. Non si possono alzare gli occhi. Un cagnetto abbaia e le campane risuonano tra il verde del parco. Coincidenze. |
Finestra al primo piano. Lei piange brevi singhiozzi. E lui dice: Se hai dei dubbi parlane con me… Mentre le dà schiaffetti sulla guancia. |
Oggi sono uscito dicendo a me stesso: facciamo finta di essere a Parigi. |
Pipistrelli vagano veloci. Le nuvole riflettono le luci della città. Bagliori sull’orizzonte del cielo buio. Qui c’è un po’ di silenzio. |
Il sogno della scrittura è male rappresentato dalla scrittura del sogno. |
Con quel sorriso è meglio che non apra la bocca. |
Il peso della fotocamera è meno importante del linguaggio che si usa. |
La rete di relazioni (Rr) coincide con il flusso di informazioni (Fi)? |
Guardare una foto in b/n fingendo che sia a colori (società). Guardare una foto a colori pensando che sia in b/n (politica). E viceversa. |
C’è voluto tempo per capire gli amici che non pensano come me. |
Le coincidenze non hanno valore scientifico, ma a volte risolvono la giornata. |
Ti seguo da tempo con attenzione. E ogni volta che si arriva là, al rapporto con la politica, mi sembra che ti manchi l’aria. |
Quando sei giovane è importante sentirti dire: che bravo! Magari anche bello e simpatico. Invecchiando non te ne importa proprio nulla. |
Ma tutto questo disordine e spreco di energie e risorse dà fastidio solo a me? |
A cosa serve l’idea di un dio che è Amore se non al Potere per mantenere il controllo delle pance. |
A cosa serve l’idea di un Dio che intimorisce e punisce se non al Potere per mantenere il controllo delle menti. |
A volte si parte bene e poi capita di andare male. Le verdure erano ottime. |
Deferenza o condiscendenza verso l’autorità e gerarchia cominciano dall’educazione nell’infanzia. |
Siamo ancora prigionieri di causa-effetto. Perchè non pensare semplicemente che l’Universo esiste! Il Tempo è relativo. |
Banale. Banalità. Banalmente. Quando sento dire una banalità mi viene un’angoscia crescente. E reagisco male. Malità. Malamente. |
Bellissima giornata, oggi. Mi sento obsoleto. Finalmente non devo competere con me stesso. |
È avvolta dal silenzio. La foto non ha suoni o rumori. Nell’attimo di uno scatto non c’è tempo per la colonna sonora. |
Regola n 63. Non sedere mai a metà del tavolo quando gli ospiti sono molti e discutono animatamente. Viene il torcicollo. |
Da bambino pensi solo a te stesso. Da vecchio pensi solo a te stesso. In mezzo pensi a cosa pensano di te gli altri. |
L’insostenibile leggerezza della cenere di sigaretta? Sono riuscito a prenderla prima che toccasse terra. |
Non mi piace il sapore di questo dentifricio. Adesso che il tubetto è quasi vuoto, sembra non finire mai. |
Quelli che hanno un’opinione su tutto. Farsi vedere convinti e decisi. È banale! |
Parlare con te al telefono dà soddisfazione come succhiare un chiodo. Lo dico con simpatia. Non ti offendere. |
Ci sono giorni in cui non ho niente da dire. O forse non voglio. |
Aveva occhi piccoli e tondi sotto una fronte priva di sopraccigli. Irritante! |
Ad ogni uomo o donna che ha avuto anche un solo affetto nella sua vita va il senso di umanità. |
Rifiutare il senso del dovere perché ti potrebbe uccidere lentamente. |
Ogni parola pronunciata è come un gesto. La parola scritta è l’intenzione di un gesto. |
La consapevolezza che ha di sé non va oltre la punta dei suoi piedi. |
Si ferma, china il capo e si guarda con soddisfazione: la minigonna nera, le gambe lunghe, le calze nere e le sue stupende scarpe viola. |
Tra accuse e critiche che gli ho fatto, la meno feroce è quella che lo ha offeso di più. |
Ma lascialo perdere. |
La bocca è una linea sottile. Un po’ m’inquietano le facce che non hanno labbra. |
La frase più bella e importante è quella che ho dimenticato. Tento di ricostruirla con tracce di memoria, analogie e slittamenti. |
Non c’è effetto senza causa, ma la causa implica sempre un effetto? Non c’è causa senza effetto, ma l’effetto ha sempre una causa? |
Conte di Montecristo strumento della provvidenza? Bah! Esempio di autore (Dumas) che non ha capito il personaggio. |
Non poter più fare progetti. Un macigno che toglie il respiro. |
Quand’ero giovane avevo tanti desideri. Neppure uno realizzato. E mi chiedo se non sia il momento di rinunciare. |
Chiacchieri, chiacchieri, non sai fare altro . Il pappagallo Laverdure al guinzaglio di una donna che attraversa i giardini. |
Coincidenze. Non amo questo genere di coincidenze. |
I nomi sulle scatole delle scarpe. Mettere le cose in ordine placa le mie ansie e le angosce. Ma non basta. |
Conoscenza del territorio. Utile per affrontare emergenze e imprevisti. Geografia egocentrica. Disposizione degli spazi nello spazio. |
Non amo questo genere di coincidenze. |
L’ho fatto ancora. Dico una parola o una frase in cui non credo … Ma che non dovrei pronunciare. |
Debole fenomenologia del tempo. Il meteo. |
Dio è un’ipotesi. Non è una teoria. Un’ipotesi tutta da dimostrare. |
La televisione: il mezzo che giustifica il fine. |
Non c’è la regola delle regole. Una regola è pur sempre una regola, anche se non è per sempre. |
C’è chi le cose le ha perché le ha ereditate. E c’è chi non le ha perché non le ha ereditate. |
Ci sono strade che uniscono e strade che separano. Ci sono strade che dividono e strade che collegano. |
Quarant’anni. Gli stessi palazzi, gli stessi alberi ma la vita è cambiata, si è chiusa nelle case, diradata, nascosta nel traffico. |
Esiste il male? Non lo so… però esistono i malvagi. |
… la vita la vita … Che palle! |
La vita è una galera. Non dico altro. |
Ci vuole tutta la vita per cancellare alcuni dolori. Resta una traccia, una malinconia che mi fa compagnia. |
Che bello. Finalmente una doccia calda dopo tre giorni. Fuori ancora piove. |
Regola n. 179: Non guardare se non riesci a vedere. Ascolta. |
Ci sono parole che si nascondono e bisogna andarle a stanare in un libro o in un vocabolario. |
Non si può essere sempre se stessi. Credevo che la coerenza formasse la personalità. E invece ci sono tanti sé da vivere. |
Regola n. 38: se c’è la Luna piena, tu mi sembri pallida. Attento alla tua ombra. |
Cancello metodicamente ogni traccia dietro di me. Mi cancello |
Regola n. 21: Mai correre per prendere bus o tram. |
Senza il linguaggio come farei a parlare con me stesso! |
Il problema è sempre quello: Come distrarsi dalla vita? Meglio un piatto di spaghetti che un solitario. |
Non credo alle coincidenze. Ma in questo caso è solo una coincidenza. |
C’è qualcosa da sapere oltre i luoghi comuni? Molto! Ad essere sinceri, in questo momento, non mi viene in mente altro. |
Logica o esperienza, chi vince? Alla chiusura del giorno la somma è sempre zero. |
L’emozione troppo forte, o il dolore intenso dei sentimenti, blocca e azzera l’immaginazione. |
Quando spegnevo la lampada ascoltavo la musica da una radiolina con l’auricolare finché mi addormentavo nel sogno di un’avventura. |
La stanza con la luce fioca, dove leggevo un libro fino a notte fonda. I vestiti sulla sedia. E la porta del balcone da cui vedere lontano. |
Ciao Camillo. Ciao papà. Il tuo viaggio si è concluso. Tristezza. Hai ancora il tuo viso da giovanotto. |
È così semplice: bastano un sorriso e un bacio. Tutti siamo un po’ attori. Su, coraggio! |
I tuoi capelli sono castani e bellissimi. I miei sono bianchi e grigi. Non penso mai che li tingi regolarmente. |
Novant’anni. Ha scavalcato il millennio senza credere nel futuro. Con un’unica consapevolezza: sono qui. E il mondo è così incerto. |
Novant’anni. E ogni volta mi chiedo come abbia fatto. Attraversare un secolo di cambiamenti così intensi senza chiedersi perché. |
Siamo vicini. Profumo spargi ricordi. Bacio il tuo collo. |
Vorrei chiederle: che fretta hai? Temi di perdere qualcosa o qualcuno? Ti svegli prima dell’alba e pensi ancora di non fare abbastanza. |
Vago da un nome all’altro, da un secolo ad un altro. Tranquillo weekend di filosofia, storia e scienze varie. Che lusso! |
La luce ipnotica del supermercato. Poi, immagini. Scaffali e scaffali di immagini. Tra cui scegliere i miei bisogni e desideri. |
Nove fiori rossi spiccano sullo sfondo della città. Parlare d’altro. Sembrerebbe così. |
Visione del mondo da una portafinestra. Non doveva finire così. Adesso esco. |
Vero o falso? Nooooh! |
Chiacchiere da parrucchiere. Un po’ mi diverte (vado raramente) ma poi mi annoio. |
Ah, come mi piace quando mi stringe la mano, mentre camminiamo fianco a fianco. |
Lontana da me l’idea che valga come una nuvola. Dopo la pioggia resta il bagnato. Ma qui no! |
Termometri: guardo alle temperature del corpo e dell’ambiente. Mite è quella che preferisco. |
Esco dopo 12 giorni. Pioggia al mattino poi sole. Temperatura ottima |
Febbre 37.5 ora tachipirina |
Ho ancora sonno. |
Inciampato nel letto e sono caduto. Arnica. |
Ascoltavo senza sentire. Parlavo solo per polemizzare. Annoiato dal pressapoco. Nella profondità della superficie. Ironia vs sordità. |
Cena in otto. Cinema, psicologia, scienza, storia, teologia … Chiacchiere. |
S. al telefono con Au. Riflessioni o pettegolezzi? |
Corpo a corpo con i pidocchi dell’ibisco. È l’unico modo per salvare i fiori. Usato acqua, sapone e una goccia di amuchina. |