Il punto di fuga è la salvezza. Se hai un piano, prima di attuarlo assicurati di avere un punto di fuga. Non c’è prospettiva se non hai anche un punto di fuga. Perciò, quando guardi avanti, è importante che valuti anche le opzioni che si nascondono dietro l’idea iniziale, dietro l’idea che apparentemente avrebbe più probabilità di riuscita.
Ma, c’è quasi sempre un ma, accade che qualcosa vada storto, per una dimenticanza o un errore che magari non dipende da te. Anche il caso ci si mette, sebbene non abbia alcuna rilevanza quantistica, perché determinato dalla sua stessa natura che nega o contraddice ciò che ragionevolmente sembra improbabile, se non impossibile. E se non è il caso a entrare a gamba tesa, a volte c’è l’imbecille che pur di farsi notare si insinua nel tuo percorso trasformando un prevedibile tuo successo in una caduta di stile, uno scivolone senza buccia, o persino in un errore che tu fai sapendo che la pagherai cara e lui no, l’imbecille.
Nessun danno e nessuna figuraccia se hai un punto di fuga. Però il punto di fuga deve avere una profondità tale da lasciarti fuggire rapidamente senza che nessuno se ne accorga. Devi essere veloce come la luce ed esteso come l’onda del mare se vuoi sfuggire a tutti i controlli burocratici e amministrativi. I più pericolosi sono quelli militari e politici che si annunciano con semafori, segnali e barriere architettoniche che indicano il percorso morale da seguire. Non farti ingannare, lascia che il marketing ti scivoli addosso. Tu sai che la realtà è granulare, sai che le leggi di natura non hanno tempo, che la verità è un pregiudizio. Cerca la via dimezzo dove non ci sono lati e sicuramente troverai qualcuno che ti offre un bignè al cioccolato. Ecco, a quel punto la fuga è arrivata in fondo e sei salvo.
Se sbagli il piano pazienza ma se perdi il punto di fuga resti bloccato nel traffico.